9 miliardi di posti a tavola

Eccoci al secondo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni dei libri, a cura della nostra Redazione. Questa volta è tempo di “9 miliardi di posti a tavola: la nuova geopolitica della scarsità di cibo” di Lester R. Brown, una lettura che vuole richiamare l’attenzione sulla grave emergenza della crisi alimentare.

EDA_132*185_capitolo_2livelliAlla popolazione mondiale si aggiunge, ogni anno, un nuovo drappello di 80 milioni di commensali. Nel frattempo la temperatura del pianeta è in lento ma costante aumento, il livello dei mari cresce, l’erosione dei suoli si aggrava, l’acqua nelle falde si riduce e le rese dei cereali hanno raggiunto il loro limite. Il suolo coltivabile e il cibo sono ormai definitivamente considerati beni strategici, proprio come l’oro o il petrolio.

Ma come si sta affrontando questo scenario?
Foreste brasiliane spianate per coltivare soia che servirà ad ingrassare maiali cinesi. Ghiacciai tibetani in via di scioglimento che andranno a causare l’aumento dei prezzi nei supermercati statunitensi. Contadini africani sfrattati per far posto a distese di Jatropha e palme da olio che serviranno da carburante per macchine europee. A mettere puntualmente in fila dati e fatti, si scopre che gli umani sono ancora più pazzi e incoscienti di quel che si poteva supporre.

Quarant’anni dopo lo storico Rapporto al Club di Roma (The Limits to Growth, 1972), Lester Brown propone un nuovo, assolutamente impressionante punto della situazione sui limiti dello sviluppo. Utilissimo per farsi un quadro completo e aggiornato dei problemi e delle prospettive (prospettive?) e per confermare che il capitalismo -“Business as Usual” folle e contro Natura- andrebbe perseguito per legge.

Qualcuno di voi ha letto questo libro? Che cosa ne pensate? Il dibattito è aperto!


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