Antonella e le magie del lievito madre

Farina di qualità, giusto livello di idratazione, lievito madre vitale e tempi di lievitazione lunghi sono requisiti fondamentali per avere un risultato eccellente e sano

Le colombe di Antonella, anche dette "maledetti uccellacci"

Le colombe di Antonella, anche dette “maledetti uccellacci”

Chi non conosce le delizie di Antonella Lizzeri? Abbiamo avuto modo di assaggiare i suoi lievitati, dolci e salati, che ha generosamente condiviso in diverse occasioni sociali di Gasabile: dal panettone ai torcetti al cardamomo, dalla pizza al meraviglioso casatiello vegetariano che ancora popola i sogni di chi scrive. E quanto vorremmo godere dei manicaretti che sforna quasi quotidianamente, dei quali pubblica foto di passaggi, procedimenti e risultati sulla sua pagina Facebook. Un piacere per gli occhi, una sicura promessa di bontà.
Tutto rigorosamente fatto con la pasta madre.

Ma da cosa nasce tanto talento? Me lo sono fatta raccontare il pomeriggio in cui Antonella mi ha fatto un grande regalo: abbiamo impastato insieme le mie prime brioches.

Antonella al lavoro

Antonella al lavoro

La passione di Antonella ha origini lontane, dal pane di semola, che ha il sapore e il profumo di casa, della sua amata Sardegna, di infanzia.
Tutto ha inizio con una bimba di tre anni che trascorre le vacanze nella casa dei nonni, la grande villa immersa nella pineta di Marina di Sorso, di cui sono custodi.
La nonna Antonietta, che un giorno a settimana si alza all’alba per impastare il pane, che poi verrà cotto nel forno a legna: una festa irrinunciabile per la piccola Antonella. Quel giorno, “il giorno del pane”, è per lei talmente speciale che riesce ad avvertirlo nell’aria, anche se non è mai lo stesso, anche se la nonna evita di dirglielo perché sono orari poco compatibili con una bimba in così tenera età: tutte le volte la nonna se la ritrova davanti, alle prime ore del mattino, seduta sul divano ad aspettarla. Io riesco a vederle, quelle manine immerse nella farina, poi l’acqua, il lievito e il sale. Che gioco meraviglioso, fare il pane con la nonna.

Poi Antonella cresce, si trasferisce “nel Continente” per studiare e lavorare, ed è con la nascita della sua famiglia che torna al grande amore per il pane fatto in casa, per il desiderio di nutrire i suoi cari con del cibo naturale e sano, ma soprattutto realizzato con le sue mani.
Ai tempi il lievito madre non era ancora in auge e gli stessi panificatori non lo conoscevano né potevano dare consigli su come utilizzarlo; per cui per i primi esperimenti ha incredibilmente utilizzato il lievito di birra e dei preparati industriali per il pane.

Antonella parla di pasta madre con alcuni visitatori della giornata del verde pulito a Casorezzo

Antonella parla di pasta madre con alcuni visitatori della giornata del verde pulito a Casorezzo

Fortunatamente per noi non si è accontentata. Ha studiato, si è documentata, ha fatto pratica fino a ritrovare gli antichi gesti e il lievito madre che utilizzava la nonna Antonietta, sebbene non proprio lo stesso. La tradizione continua quindi anche tramite lei, che con gentilezza e disponibilità condivide il suo sapere con chi abbia voglia di conoscere le virtù della pasta madre.

Nella sua formazione, cita tre letture che l’hanno particolarmente colpita e ispirata: “Pane e roba dolce” delle sorelle Simili, Margherita e Valeria, due signore bolognesi che con i loro corsi in tutta Italia hanno tramandato la passione per la buona cucina e il pane di lievito madre cotto nel forno a legna. Anni fa, quando il lievito madre non era una moda, l’unica fonte di informazione sui lievitati con pasta madre erano le sorelle Simili, per cui i primi esperimenti li ha condotti seguendo le loro indicazioni.
Chad Robertson, autore di “Tartine bread”, un panettiere surfista californiano che ha trascorso diversi anni in Francia, dove ha acquisito le tipiche tecniche di panificazione con tempi lunghi e grande idratazione. Da qui ha poi sviluppato il suo metodo di panificazione, che l’ha reso noto nel mondo con il “tartine bread”, pane di farine biologiche molto idratato lavorato con le pieghe.
Recentemente ha scoperto la filosofia di panificazione di Nicolas Supiot, il contadino mugnaio panificatore, che per il suo pane utilizza solo grani antichi da lui stesso coltivati in modo sinergico. Il pane è per antonomasia vita, e la farina che lo ha prodotto porta inscritta una storia: quella del cereale, ma prima ancora della terra in cui è stato coltivato e della saggezza di un mugnaio che lo ha sapientemente macinato.

Per chi avesse voglia di seguire le sperimentazioni di Antonella, questa è la sua pagina Facebook.

9 miliardi di posti a tavola

Eccoci al secondo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni dei libri, a cura della nostra Redazione. Questa volta è tempo di “9 miliardi di posti a tavola: la nuova geopolitica della scarsità di cibo” di Lester R. Brown, una lettura che vuole richiamare l’attenzione sulla grave emergenza della crisi alimentare.

EDA_132*185_capitolo_2livelliAlla popolazione mondiale si aggiunge, ogni anno, un nuovo drappello di 80 milioni di commensali. Nel frattempo la temperatura del pianeta è in lento ma costante aumento, il livello dei mari cresce, l’erosione dei suoli si aggrava, l’acqua nelle falde si riduce e le rese dei cereali hanno raggiunto il loro limite. Il suolo coltivabile e il cibo sono ormai definitivamente considerati beni strategici, proprio come l’oro o il petrolio.

Ma come si sta affrontando questo scenario?
Foreste brasiliane spianate per coltivare soia che servirà ad ingrassare maiali cinesi. Ghiacciai tibetani in via di scioglimento che andranno a causare l’aumento dei prezzi nei supermercati statunitensi. Contadini africani sfrattati per far posto a distese di Jatropha e palme da olio che serviranno da carburante per macchine europee. A mettere puntualmente in fila dati e fatti, si scopre che gli umani sono ancora più pazzi e incoscienti di quel che si poteva supporre.

Quarant’anni dopo lo storico Rapporto al Club di Roma (The Limits to Growth, 1972), Lester Brown propone un nuovo, assolutamente impressionante punto della situazione sui limiti dello sviluppo. Utilissimo per farsi un quadro completo e aggiornato dei problemi e delle prospettive (prospettive?) e per confermare che il capitalismo -“Business as Usual” folle e contro Natura- andrebbe perseguito per legge.

Qualcuno di voi ha letto questo libro? Che cosa ne pensate? Il dibattito è aperto!

Ottime notizie da La Casa dei Pesci: al via la posa dei primi dissuasori!

Lunedì 11 maggio saranno finalmente posati al largo di Talamone (GR) i primi 24 dissuasori artistici contro la pesca illegale a strascico.
Uno di questi porterà il nome di Gasabile.

il logo de La Casa dei Pesci realizzato dai bambini

il logo de La Casa dei Pesci realizzato dai bambini

Lo scorso anno abbiamo deciso di dare il nostro sostegno a questo importante progetto di ripopolamento della fauna e flora marina nell’area antistante il Parco Naturale della Maremma perché è l’unica via per salvare il mare dalla lenta agonia a cui lo stanno condannando i comportamenti scellerati di alcuni pescatori. Abbiamo voluto inoltre supportare il coraggio e la passione di Paolo Fanciulli, il motore di tutta l’iniziativa: persone come lui vanno sostenute e premiate per il loro eroico impegno a beneficio della comunità intera.
E definire Paolo un eroe non è un’esagerazione, perché condurre una lotta simile nel mercato ittico, regolato da norme e poteri indiscutibili, ostile fino a diventare omertoso, non è da tutti. Siamo onorati che anche il nostro sostegno abbia contribuito a dargli forza.

Desideriamo mostrarvi questo servizio realizzato da Rai Scuola; potrete ascoltare tutta la storia della Casa dei Pesci direttamente dalla voce di Paolo, rimarrete anche voi colpiti dalla sua forza e dal suo cuore.

Il progetto
La Casa dei Pesci, nasce grazie al grande impegno di Paolo Fanciulli, il pescatore e ambientalista profondamente innamorato del mare e desideroso di difenderlo dai continui attacchi a cui è sottoposto: pesca illegale a strascico, inquinamento, cementificazione ingiustificata.

Lo scultore Massimo Lippi all'opera.

Lo scultore Massimo Lippi all’opera.

Paolo, guidato dalla sua forte passione, è stato in grado di raccogliere attorno a sé molto
consenso e sostegno, creando un vero e proprio movimento di società civile che lo ha aiutato a finanziare il progetto della Casa dei Pesci, un museo artistico marino.
I dissuasori, quindi, non saranno semplici blocchi di cemento, ma sculture: grazie alla donazione di 100 blocchi di marmo di Carrara, l’associazione La Casa nei Pesci ha invitato diversi scultori a partecipare all’iniziativa facendo diventare i dissuasori delle opere d’arte.

Questo progetto si pone diversi e nobili obiettivi: innanzitutto ottenere un migliore livello di ripopolamento ittico nei bassi fondali e in quelli a maggiore profondità, anche proteggendoli dalla pesca illegale; strutturare dei percorsi didattici marini per una fruizione più istruttiva dei tratti di costa più belli; creare un giardino marino dell’arte nelle zone di balneazione, con sculture e installazioni che costituiscano un’attrazione per il turista.

La posa di dissuasori per contrastare la pesca a strascico ha già dimostrato di essere un’ottima strategia: due anni fa sono stati posati 550 dissuasori al largo della marina di Montalto di Castro, e il monitoraggio del mare indica il costante miglioramento nel ripopolamento della fauna ittica nella zona di mare interessata dall’intervento.

Gasabile in cucina

Secondo appuntamento con la sfida tra i fornelli lanciata ai nostri gasisti. Anche in questa edizione di “Gasabile in cucina” i nostri soci hanno proposto ricette davvero deliziose, preparate con i prodotti e le materie prime acquistate tramite il nostro GAS.

Lagane con i ceci: working in progress!

Lagane con i ceci: working in progress!

Compito arduo per la giuria che si è trovata davvero in difficoltà nel decidere quale premiare tra i piatti proposti, che hanno saputo coniugare gusto, leggerezza e creatività.

Questa volta la sfida è stata vinta da Stefania, che ci ha conquistati con un piatto molto semplice e rustico, dai sapori di una volta, adatto anche agli amici vegani: le lagane con i ceci.

Belle e buone le pappardelle al branzino di Laura

Belle e buone le pappardelle al branzino di Laura

Menzione speciale per le profumatissime pappardelle al branzino al profumo d’agrumi e salvia proposte dalla nostra Laura: un piatto che, oltre ad essere buono, è anche bello da vedere!

Ospiti inattesi? Piera ci ha stupiti con una doppia ricetta che risolve al volo una cena: vellutata

di asparagi arricchita con crostini di pane e per chiudere il pasto un morbidissimo crumble di mele.

Risotto primaverile di piselli al profumo di limone e menta

Risotto primaverile di piselli al profumo di limone e menta

E per far ripartire l’organismo appesantito dai ritmi invernali, ecco un fresco risottino ai piselli, limone e menta ideato da Tiziana.

Vi è venuta fame? Allora forza, mettetevi anche voi ai fornelli e sperimentate queste fantastiche ricette!

Radici nel Fiume: un po’ per gioco e un po’ per passione

Ecco il resoconto della visita fatta da Tiziana e Silvia alla cooperativa Radici nel Fiume di Somma Lombardo, per conoscere da vicino le attività di questa realtà sociale con la guida di Paolo Rusconi, uno dei soci storici di Gasabile impegnato in questo progetto.

coopAltoQuello che ti accoglie arrivando alla Comunità di Maddalena, sede della cooperativa Sociale Radici nel Fiume ONLUS,  è uno scenario bucolico: una natura serafica e rigogliosa immersa in un silenzio meditativo, vecchie cascine restaurate adagiate sul ruscello, il Ticino che scorre paziente nel suo letto di pietre. Un immagine ben lontana da quelle che erano le origini di questo luogo incantevole: una colonia agricola di brughiera, impervia, inaccessibile e respingente, i cui abitanti erano soprannominati Scavalca boeut, “salta cespugli” perché, oltre che a vivere, non era così facile nemmeno raggiungere questo luogo.
Ora ci accompagna una strada spianata e una bellissima giornata di sole primaverile. Paolo, che lavora in questa realtà coadiuvando le attività della cooperativa, ci racconta la sua storia, la sua missione, ci fa esplorare i luoghi, ci fa mescolare tra le persone che la vivono tutti i giorni.

La cooperativa Radici nel fiume nasce come estensione delle attività dell’ANFFAS, l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale,  e della comunità residenziale “Maddalena” gestita dalla sede ANFFAS locale.

La cascina, che ospita sia la comunità che la cooperativa, è un antico edificio restaurato che fino agli anni ’60 era sede degli alloggi operai manifatturieri e che successivamente è stata poi ceduta all’ANFFAS.

Se la comunità, che attualmente ospita stabilmente 16 persone con disabilità e senza famiglia e che offre anche un servizio di centro diurno per chi viene da fuori, è una realtà consolidata e storica, l’attività della cooperativa nasce solo 20150327_130618 (1)dieci anni fa. “Tutto è nato un po’ per gioco” ci spiega Paolo “avevamo un piccolo orto, degli alberi da frutto e abbiamo iniziato a produrre conserve con quello che la natura ci offriva. Quella che era un’attività marginale è diventata poi un progetto di cooperativa di tipo B, che ora dà lavoro a dieci persone di cui 4 svantaggiate (2 sono residenti, mentre gli altri vengono dall’esterno)”.

Le attività della cooperativa e della comunità sono formalmente separate, ma si intrecciano nei loro intenti ed obiettivi, abbracciando la filosofia di avvicinare le persone per creare un senso di comunità e integrazione, un posto aperto a tutti che promuove l’incontro e la solidarietà.

20150327_130630Dal frutto del lavoro della cooperativa nascono diversi trasformati alimentari (liquori, conserve, marmellate ecc) che partono da materie prime biologiche e la cui la stessa trasformazione è garantita bio. “Oltre ad essere biologici, sono anche sani. Ad esempio le marmellate sono prodotte con una bassa quantità di zucchero idi canna biologico dal commercio equo e solidale. Le ricette? Sono nate dal nostro estro e dalle nostre sperimentazioni culinarie” puntualizza Paolo con una punta di orgoglio.

Oltre all’alimentare,  anche graziosi manufatti di ceramica e produzioni artigianali in carta naturale, che esprimono la creatività e la passione delle persone che li creano. Con l’arrivo della bella stagione, la cooperativa e la meravigliosa cornice del Parco del Ticino, si animano in occasione di diverse attività ed eventi organizzate da Radici nel Fiume, come ad esempio la festa di “Buono e Giusto”, attraverso le quali si intende promuovere uno stile di vita solidale, sostenibile e aggregativo.

Si perde facilmente la cognizione del tempo in questo luogo che sembra un po’ fuori dal mondo, dopo un pranzo veloce in compagnia degli amici della comunità e della cooperativa e una lunga chiacchierata con Paolo, è tempo di salutarci, portando a casa una piacevole esperienza e un po’ della pace di questa località.

Birre A-TUTTO-GAS: come sarà andata la prima serata?

 

Fiori di luppolo e malti d'orzo

Fiori di luppolo e malti d’orzo

 

 

 

 

 

“Date a un uomo una birra e ci perderà un’ora.
Insegnategli a farsela da sé e ci perderà una vita intera.”
(The Home Brew Company)

 

La scorsa settimana si è tenuta la prima edizione di Birre A-Tutto-GAS, l’evento organizzato da alcuni homebrewer di Gasabile rivolto a tutti i gasisti autoproduttori, ma anche ai semplici amanti della birra, con l’obiettivo di condividere le proprie conoscenze e tecniche, degustare le produzioni proprie e di birrifici artigianali già affermati e scambiarsi consigli, ma soprattutto divertirsi.

Ne parliamo con Davide, uno dei motori di questa iniziativa.

Come è nata l’idea di dar vita a questo evento?
L’idea è nata quasi per gioco parlando con amici e colleghi dell’autoproduzione di birra, e da qui ho pensato che oltre a parlarne sarebbe stato bello condividere le nostre creazioni in modo da avvicinare sempre più persone a questa passione. L’altro motivo è legato al confronto: fare birra è bello, oltre che interessante, ma senza confronto con altri produttori si rischia di rimanere fossilizzati entro dei limiti che, per varie ragioni, potrebbero limitare i miglioramenti della produzione.

Quanti homebrewer conta Gasabile, e per quale motivo si decide di autoprodurre la birra?
La prima sera eravamo in 9 di cui 7 autoproduttori, ma in Gasabile ci sono molti altri homebrewer: è una passione molto condivisa all’interno del nostro gas.
Credo siano vari i motivi per cui si decide di autoprodurre la birra. Personalmente sono stato ispirato dalla passione per questa bevanda, che ho sempre bevuto fin da ragazzo: mi incuriosiva conoscere i segreti di un prodotto antico di millenni e mi piaceva l’idea che potessi produrre qualcosa di mio da poter condividere con amici e conoscenti, e infine la possibilità di bere qualcosa di buono senza dover spendere troppo.

Com’è andata la prima serata?
La prima serata è stata un pilota, senza una scaletta precisa. Non avevamo chiaro il livello di tutti i partecipanti, dovevamo quindi verificare le aspettative di tutti e il taglio da dare a questo tipo di eventi in futuro. In sintesi, dopo un primo momento teorico di condivisione delle tecniche brassicole utilizzate da ciascuno di noi, abbiamo degustato le bottiglie di nostra produzione, esprimendo giudizi tecnici e di gusto personale.
Dal mio punto di vista, penso condiviso anche dagli altri partecipanti, è stata una bella serata, divertente, con belle persone e buone birre.

La degustazione ha inizio

La degustazione ha inizio

Ripeterete l’esperienza, magari con qualche novità?
Sì, l’idea è ripetere l’esperienza con qualche novità ancora da valutare bene: una su tutte potrebbe essere fare serate a tema, dove si degusteranno, ad esempio, solo birre provenienti da certi Paesi o appartenenti a stili particolari, oppure confronteremo le nostre birre con quelle simili che si trovano sul mercato, per avere un termine di confronto con prodotti più “professionali”.

 

 

Gasabile-in-Cucina: a voi la ricetta vincitrice

Noi gasisti siamo accomunati da tanti aspetti, ma il principale è certamente uno: veneriamo il cibo, il buon cibo sano e solidale che acquistiamo dai nostri meravigliosi produttori.

La nostra piccola comunità segue diete differenti: abbiamo soci che si alimentano secondo la più ferrea tradizione italiana, e chi invece opta per quella etnica; c’è chi è vegetariano, vegano, crudista. A qualcuno piace sperimentare attingendo da tutti.

Da qui l’idea di proporre la “gara” Gasabile-in-Cucina, che ci invita a concorrere con le ricette create con i prodotti che acquistiamo insieme. La prima edizione, lanciata a metà febbraio, non è stata caratterizzata – ahinoi – da molti partecipanti, ma i piatti proposti sono decisamente degni di nota.

Queste le ricette in concorso

La giuria si è consultata e a fatica è riuscita ad arrivare a un verdetto, perché le ricette avevano tutte elementi validissimi a loro favore: tutte sane, di stagione, golose. Dovendo però scegliere, abbiamo infine optato per una proposta leggera ma al tempo stesso molto saporita: POLPETTE DI SEITAN IN SALSA CURRY, di Angela. Complimenti!

Menzione speciale della giuria va alla Frittata di coste al forno con gambi gratinati, di Eleonora, perché anche i gambi diventano speciali, se valorizzati!

 

POLPETTE DI SEITAN IN SALSA CURRY – di Angela

Misto di seitan, porri e spezie. Curry e curcuma del mercato equo e solidale

Misto di seitan, porri e spezie. Curry e curcuma del mercato equo e solidale

Ingredienti: 400 gr di seitan, 2 porri, 1 uovo, sale, pepe, 2 cucchiaini di curcuma, 1 cucchiaino di curry, 6/7 cucchiai di pan grattato

 Procedimento: 

Le polpette rosolano nella salsa al curry

Le polpette rosolano nella salsa al curry

Tritate seitan e porri e mescolate con l’uovo, curcuma, pan grattato, sale e pepe. Formate delle polpette e cucinatele in una padella dove avrete stemperato il curry con un po’ d’acqua. Cucinate a fuoco lento e padella coperta per 15/20 minuti e servire caldo, magari con un contorno di purea di patate.

Gasabile a TuttoNatura: condivisione di stili di vita e… di pasta madre!

EVENTO RINVIATO A DOMENICA 29 MARZO!!!

TuttoNatura, la tradizionale mostra mercato organizzata della Cooperativa sociale Circolo Fratellanza e Pace di Legnano, torna domenica 15 marzo, con il suo consueto appuntamento primaverile, per rendere protagonisti produttori, artigiani, associazioni e promotori del biologico e dell’eco-sostenibile.
Immancabile la presenza di Gasabile che vi aspetta con un banchetto informativo attraverso il quale sensibilizzeremo la comunità locale al consumo critico e all’etica dei Gruppi di Acquisto Solidale.
In questa edizione, che coincide con il Pasta Madre Day, giornata dedicata alla condivisione e alla promozione della produzione casalinga di pane attraverso il lievito naturale, “spacceremo” la pasta madre dei nostri soci corredata da un volantino informativo con le istruzioni e ricette per poter far da sé.
Venite a trovarci! Vi aspettiamo presso la Piazza Mercato del Parco Castello di Legnano.

L’Orto del Porcello

Il padrone di casa

Il padrone di casa

Non tutti sanno che Gasabile dispone di un orto condiviso: l’orto del Porcello, così detto perché il padrone di casa è proprio lui, un maestoso maiale di oltre due quintali – che in tutta sincerità sarebbe una scrofa, però forse suonava male chiamarlo al femminile. All’orto risiede anche una capra, che il giorno della mia visita offriva il suo contributo sfogliando canne di bambù, sempre utili nelle attività di giardinaggio.

L’orto è a disposizione di tutti i soci di Gasabile, ma attualmente se ne occupano solo alcuni, tra i quali Mirco, giardiniere e agricoltore biodinamico, che sono andata a trovare per farci raccontare la vita dell’orto.

Com’è nata l’idea di avere un orto condiviso?
È nata da un’opportunità: il proprietario dell’orto, amico di un socio di Gasabile, piuttosto di lasciar impoverire il terreno – dal momento che non è suo interesse coltivarlo direttamente – ha preferito darlo in uso a noi. L’autoproduzione è uno dei temi portanti su cui si fonda un Gruppo d’Acquisto Solidale, per cui a diversi di noi interessa mettere le mani nella terra, e curarla in tutto il processo che porterà ai nuovi frutti, peccato che attualmente siamo proprio in pochi a occuparcene, ci sono sempre tante cose da fare e servirebbe qualche risorsa in più.
È uno spazio molto bello, che utilizziamo anche in alcuni momenti conviviali, ad esempio la festa di Gasabile in estate.

orto_porcello_02Chi se ne occupa e come siete organizzati?
Per ora siamo in cinque. A inizio anno facciamo una riunione di programmazione di quello che vogliamo seminare. Acquistiamo semi e piantine da un agricoltore biologico di nostra conoscenza e poi ci occupiamo delle varie fasi di lavorazione dedicando all’orto il tempo che abbiamo a disposizione, in modo molto informale. Tra di noi c’è chi si diverte a sperimentare cose nuove; ad esempio lo scorso anno un gasista ha provato a coltivare dello zafferano, e non è neanche andata male come prima esperienza.

Quanto alla spartizione dei frutti del nostro lavoro, vige la regola del buon senso: peccato che per la buona educazione di tutti e per non togliere agli altri, spesso capita che la verdura rimanga sulle piante.

E ora che fase vive il nostro orto?
Adesso è a riposo. Ma sono nate le piantine che semineremo a marzo, come ad esempio cipolle e insalate di varie qualità, porri, bieta, e a breve inizieremo i lavori d’avvio alla produzione 2015: invito quindi altri gasisti, magari tra i nuovi soci, a unirsi a noi; anche se non sono orticoltori esperti, possiamo metterci d’accordo per lavorare insieme, così da condividere questo interesse, che dà grandi soddisfazioni, oltre a offrire una ulteriore occasione di socialità.

L’Orto del Porcello si trova a San Vittore Olona, in via G. Deledda 1.

 

Di impossibile c’è veramente ben poco

Inauguriamo con questo post una nuova rubrica, dedicata alle recensioni dei libri dei soci di Gasabile. La prima lettura a cui ci dedichiamo è “Ho sognato una banca: dieci anni sulla strada di Banca Etica” di Fabio Salviato, ecco cosa ne pensa la nostra Redazione Libri:

Libro pieno di idee straordinarie, stimoli, ragionamenti, racconti, excursus storici, aneddoti gustosi. E anche molto ben scritto. Assai prima e assai oltre i dieci anni di Banca Etica, c’è qui dentro la storia di un’intera “meglio gioventù” cresciuta tra le parrocchie del Nordest, Taizé, l’America Latina e le grandi manifestazioni pacifiste – a partire da quella di Comiso del 1983. Una generazione che non ha mai abbandonato un’idea alta di giustizia sociale e l’ha pervicacemente perseguita prima inventandosi il commercio equo e solidale in Italia, poi agganciandolo ai primi esperimenti di finanza etica delle MAG per terminare, infine, con lo sproposito della fondazione di una Banca.

Libro pieno di energie positive e di ottimismo: “In trent’anni di attivismo mi sono reso conto che di impossibile c’è veramente ben poco”, scrive Salviato (p. 235), sempre ostinatamente alla ricerca di varchi e soluzioni propositive. Non si trova qui, occorre dire, grande spazio alle critiche, al dibattito che certo non è mancato. Si ritrovano invece molti dei protagonisti dei movimenti degli ultimi anni, un lungo elenco di luoghi del mondo visitati e di relazioni intrecciate. La gente che si ostina a credere nell’esistenza e nel senso delle reti sociali anche al tempo della “società degli individui”, a quanto pare, credendoci le catalizza e le crea.

Libro pieno, infine, anche di analisi sociali estremamente lucide e interessanti (cfr. pp. 193-194), e quasi sempre più up-to-date di tanta letteratura sociologica paludata: qui non si fa dell’accademia ma si tasta quotidianamente il polso alla società italiana, che in dieci anni si è vieppiù impoverita. Dal credito al Terzo Settore -all’epoca non bancabile- siamo via via passati al microcredito “à la Yunus”, con l’utilizzo di una sorta di Tobin tax. Ci sono anche storie poco conosciute e assai affascinanti: le prime banche rurali dell’800 (Raiffeisen), la matrice antroposofica di molte delle banche etiche europee, l’attivismo delle suore domenicane dell’Illinois attraverso l’azionariato attivo. C’è un parallelo ardito, ma delizioso, tra monaci cluniacensi e banchieri etici. E una lunga serie di preziosi spunti di lettura, per un argomento tutto da esplorare. Entusiasmante.

Poi magari Banca Etica, nella vita di tutti i giorni, tra scomodità di utilizzo e crediti a piccoli imprenditori leghisti, riesce anche a farti parecchio alterare. Ma la sua storia, qui benissimo raccontata, è proprio così: entusiasmante.